SIENA – “Altro che chiedergli le dimissioni: gli deve essere data davvero un’attestazione di grande fiducia per il gran lavoro”.

Se per gli addetti ai lavori Guido Bastianini ha quasi un piede fuori dalla porta, la politica, da destra a sinistra, tesse le lodi dell’amministratore delegato di Banca Mps.

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Con in testa il governatore Eugenio Giani, deciso a difendere il dirigente: “Chiederò un’interlocuzione con il ministro Daniele Franco, perché non deve nemmeno esistere una cosa di questo genere. Non mi sembra pensabile, possibile, credibile che dei funzionari del ministero del Tesoro si siano permessi di chiamare nei propri uffici l’amministratore delegato per chiedergli le dimissioni”.

E ancora: “Il ministro Franco arriva nelle commissioni parlamentari e dice che non ci saranno riflessi sul consiglio di amministrazione perché si sta comportando bene. E dei funzionari, sotto di lui, si permettono di chiamare l’amministratore delegato per chiedergli le dimissioni? Non ci posso e non ci voglio credere”.

Una levata di scudi nei confronti del titolare del Mef che ha un’audizione programmata per il 15 febbraio in commissione d’inchiesta sul sistema bancario. “In quella sede ci sarà occasione per chiarire anche le strategie sulla corporate governance della banca” ha fatto sapere la presidente Carla Ruocco; ma la presenza del ministro in quei giorni è data all’estero per un vertice del G20.

“Il ministro Franco chiarisca: davvero è in discussione un manager che ha dimostrato che Mps può camminare?” ha detto il leader della Lega Matteo Salvini.

Ancora più duro Raphael Raduzzi, deputato di Alternativa: “Invece di dichiararsi parte civile nei processi contro Viola e Profumo si preferisce silurare chi sta portando avanti un lento processo di risanamento”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Riccardo Fraccaro, deputato del M5s: “Il Mef dovrebbe smentire categoricamente queste indiscrezioni: in caso contrario si darebbe l’impressione di voler indebolire e svendere Mps piuttosto che rafforzarla”. Una richiesta di chiarimenti è arrivata anche da Andrea Marcucci, senatore del Pd: “Spero che il ministro Franco smentisca intenzioni di questo genere”. Al coro di incredulità si è unito anche Stefano Fassina, deputato di Leu: “Se fosse vero, sarebbe una richiesta davvero incomprensibile”.

Mentre il collegio difensivo è intento a studiare le contromosse, il sindaco di Siena, Luigi De Mossi, se ne sta in disparte. “Più dei nomi, conta il futuro del Monte dei Paschi – ha sottolineato il primo cittadino -. In passato troppe volte la politica è entrata nelle questioni relative alla banca, con risultati sotto gli occhi di tutti. Sicuramente ciò che Bastianini ha fatto non può essere valutato contro la città di Siena e la banca”.

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