Presunto concorso truccato all’Università di Pisa, la Procura apre un’indagine. A riportarlo è il Corriere della Sera. L’inchiesta è partita in seguito alla denuncia di una ricercatrice esclusa dal concorso per un posto di professore ordinario al dipartimento di Economia e management svoltosi a febbraio. La ricercatrice indica nomi e cognomi dei presunti responsabili e allega, a sostegno delle sue tesi, una registrazione durante la quale il presidente della commissione d’esame ammetterebbe le presunte irregolarità.

Sospetto concorso combinato Il sospetto è che la commissione d’esame avesse già deciso a priori chi far vincere e i Magistrati vogliono capire se esiste un sistema di potere baronale che influisce sui concorsi pubblici. A sostegno di questa tesi ci sarebbe proprio la registrazione di una frase, carpita dal marito dell’esclusa, a Luciano Marchi, presidente della commissione d’esame. La ricercatrice ha anche denunciato Silvio Bianchi Martini, membro della commissione e direttore del dipartimento di Economia e management, e l’ex rettore dell’ateneo Massimo Augello. Durante un colloquio tra Marchi e il marito della ricercatrice, avvenuta nello studio veronese del coniuge dell’esclusa, Marchi si lascerebbe andare ad alcune valutazioni generali su come funzionano certe cose in università ammettendo che il profilo del concorso era stato studiato per il vincitore precedentemente designato «perché rientrava negli accordi». E poi aggiunge che è sufficiente un semplice «litigio con chi conta» per essere tagliati fuori e chi appoggia chi si oppone a certi sistemi rischia di non fare mai carriera perché sarebbe come «dare un premio a chi ha remato contro: il rischio è quello dell’isolamento… in queste vicende una ha ragione, però appare come quella che rompe i c… e in questo caso tutto l’ateneo è coalizzato perché tu vai a rompere una logica».

Articolo precedenteNuova pista. Mostro Firenze, il caso si riapre. Indagato ex legionario
Articolo successivoModelli più dettagliati. Secche della Meloria, nuove regole per accedere nell’area marina protetta