COLLE VAL D’ELSA – “Il progetto nasce soprattutto da una curiosità ‘artistica’, a sua volta originata dalla constatazione che, a un certo punto della loro carriera, i De Filippo, Peppino e Luigi in particolare, hanno sentito l’esigenza di confrontarsi con il teatro di Molière e il suo genio innovativo”.

Enzo Decaro, adattamento e regia, racconta la sua creazione ‘L’Avaro Immaginario’, in scena al teatro del Popolo martedì 21 novembre. Una eccezionale sintesi teatrale dei capolavori di Molière che, con sette quadri, un prologo e un epilogo, presenta un viaggio nel teatro, che è anche un percorso nel Seicento: un secolo pieno di guerre, epidemie, grandi tragedie ma anche di profonde intuizioni e illuminazioni che non riguardano sinceramente solo ‘quel tempo’.

“E’ rimasto forse nel suo genere ancor oggi ineguagliato e vivissimo. Difatti, dopo oltre quattro secoli, nella ricorrenza del quattrocentenario dalla nascita, si son tenute ovunque celebrazioni, studi e ricerche dedicate al suo teatro e alla sua mai tramontata ‘comédie humaine’ – racconta l’attore -. ‘L’ Avaro’ e ‘Il Malato Immaginario’ sono stati i due titoli a cui, una generazione dopo l’altra, i De Filippo, padre e figlio, hanno dedicato con differenti approcci la loro attenzione, teatrale ed umana: per entrambi, come per Molière, il confine tra la rappresentazione teatrale e la vita come teatro, anche vissuto nella realtà quotidiana, è stato davvero sottile”.

È anche il viaggio, reale e immaginario, di Oreste Bruno, da Nola, e la sua famiglia, che è anche la sua Compagnia viaggiante di teatranti: la tipica ‘carretta dei comici’, tanto cara sia a Peppino che a Luigi De Filippo. È il viaggio verso Parigi, verso il teatro, verso Molière. Ma anche una fuga: dalla peste, da una terribile epidemia che ha costretto i Nostri eroi a cimentarsi in un avventuroso viaggio verso un sogno, una speranza o solo la salvezza. Lungo il percorso, quando La Compagnia arriva nei pressi di un centro abitato, di un mercato o di un assembramento di persone, sempre il ‘carrello viaggiante’ diventa palcoscenico e ‘si fa il Teatro’. E col ‘teatro’ si riesce anche a mangiare, quasi sempre. Infatti, grazie agli stratagemmi di tutti i componenti della famiglia teatrale, si rimedia il pasto quotidiano o qualche misera offerta in monete o, più spesso, qualche pezzo di animale già cucinato offerto come compenso della esibizione sul palco-carretto, proprio delle opere di Molière.

I commedianti questa volta sono i sei attori della Compagnia Luigi De Filippo: Luigi Bignone, Carlo Di Maio, Massimo Pagano, Giorgio Pinto, Fabiana Russo, Ingrid Sansone. L’Avaro e il Malato Immaginario sono ‘i cavalli di battaglia’ di cui vengono proposti i momenti salienti, opportunamente adattato al luogo e agli astanti.

Gli incontri durante il viaggio, sorprendenti ma non tutti piacevoli, l’avvicinamento anche fisico a Parigi, al teatro di Molière, la ‘corrispondenza’ che il capocomico invia quotidianamente all’illustre ‘collega’, la forte connessione tra il mondo culturale e teatrale della Napoli di quel tempo con quella francese, la pesante eredità del pensiero di uno zio prete di Oreste Bruno, Filippo detto poi Giordano, scomparso da alcuni decenni ma di cui per fortuna non si ricorda più nessuno; per arrivare alla morte in scena dello stesso Molière poco prima del loro arrivo a Parigi, renderanno davvero unico il viaggio della ‘Compagnia di famiglia’ commedianti d’arte ma soprattutto persone ‘umane’, proprio come la grande commedia del teatro, dove ‘tutto è finto, ma niente è falso’.

Tutto in questo lavoro, testo di Decaro e Nunzia Schiano, si raddoppia: musiche Nino Rota, da ‘Le Molière immaginarie’; ed anche musiche di scena ispirate a villanelle e canzoni popolari del 600’ napoletano. Inizio spettacolo ore 21

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