FIRENZE – Tra una visita alla Madonna di Montenero e un passaggio a Livorno, qualche nome nella lista è stato buttato giù.
Il tempo non manca a Eugenio Giani prima di ufficializzare la nuova giunta, ma la mediazione tra le varie anime interne al Pd è opera quanto mai complessa. In più ci sono da accontentare le altre forze di coalizione, nonché i territori che hanno contribuito a confermalo con governatore.
Le caselle da riempire sono otto. In realtà sette, perchè Monia Monni, non candidata, è sicura di una conferma nell’esecutivo toscano, anche se forse con una mansione diversa. In cerca di riconferma sono anche il senese Simone Bezzini, già assessore alla sanità, e il grossetano Leonardo Marras, di casa allo sviluppo economico. Entrambi, molto apprezzati dagli elettori, potrebbero restare. Tra chi potrebbe entrare ci sono Cristina Manetti, l’ombra di Giani, non candidata alle elezioni ma che potrebbe essere l’asso di Casa Riformista, e Matteo Biffoni, il più votato dai toscani. Per lui si sussurra anche di un possibile ritorno a Prato, viste le turbolenze, per un terzo mandato da sindaco.
Spazio lo potrebbe trovare anche Irene Galletti, che dopo due mandati da consigliere in quota M5S (di cui l’ultimo all’opposizione), andrebbe a cementare il patto di coalizione. Richieste in questo senso le potrebbe avanzare anche Avs, magari con l’ex sindaco di Sesto Lorenzo Falchi. Difficile invece che trovi spazio l’ex presidente dell’assemblea Antonio Mazzeo, secondo a Pisa dietro Alessandra Nardini. Anche per lei però una riconferma in giunta appare al momento difficile. Tra i volti nuovi ci sarebbe Bernard Dika, che a Pistoia ha racimolato oltre 14 mila voti. Insieme a Manetti è stato il braccio destro di Giani negli ultimi cinque anni. Per lui si potrebbe prefigurare anche un posto da sottosegretario.
Infine, come evidenza l’edizione fiorentina di Repubblica, ci sarebbe la volontà di dare un assessorato a un rappresentante della Cgil. Anche il segretario Rossano Rossi sarebbe stato sondato. Sondaggi appunto, perché le bocce sono tutt’altro che ferme.