A rischio 50 posti di lavoro con l’introduzione, a partire dal 4 dicembre, del recapito a giorni alterni a Volterra (Pisa), Barberino del Mugello (Firenze), Manciano e Paganico (Grosseto), Pietrasanta (Lucca) e nei primi mesi del 2018 a Borgo a Mozzano (Lucca). E l’allarme lanciato dai sindacati  Uilposte e Slc-Cgil della Toscana, che sottolineano come il progetto di riorganizzazione del recapito su cui insiste Poste Italiane «peggiorerà la qualità del servizio e al tempo stesso comporterà un aggravio delle condizioni di lavoro. L’azienda di fatto taglierà oltre 50 zone di recapito in Toscana, interessando complessivamente un’area di 165.000 abitanti» si legge in una nota dei sindacati.

I sindacati: «Chiediamo all’azienda di fare retromarcia» «E’ inaccettabile che Poste Italiane insista sul recapito a giorni alterni. Questo non un progetto di implementazione ma un progetto di destrutturazione – dichiarano il segretario generale di Uilposte Toscana, Renzo Nardi, e il coordinatore area servizi postali Slc-Cgil Toscana, Graziano Benedetti – Chiediamo all’azienda di fare retromarcia e ascolti le nostre istanze, altrimenti saremo pronti alla mobilitazione».

L’esperienza di Arezzo e Prato «Il recapito a giorni alterni – si legeg ancora nella nota dei sindacati – è già attivo da più di un anno nelle province di Arezzo e Prato, dove si sono registrate gravi difficoltà dei lavoratori e un servizio carente come più volte denunciato dagli stessi sindacati come del tutto inadeguato per rispondere alle esigenze dei lavoratori e dei cittadini sul territorio. Non a caso Arezzo e Prato sono province che si trovano all’ultimo posto nella classifica di Poste Italiane della qualità erogata» conclude la nota.

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