SIENA – Tra i protagonisti della musica del nostro tempo, il violinista lettone Gidon Kremer affascina con un’inedita immaginazione sonora.

Ospite dell’Accademia Musicale Chigiana, si esibirà venerdì 21 aprile alla Micat In Vertice N. 100 in una formazione di trio con la violoncellista Giedre Dirvanauskaite, membro fondatore e violoncellista solista dell’orchestra da camera Kremerata Baltica; e il giovane pianista lettone Georgijs Osokins, ‘artista ospite permanente della Kremerata Baltica’. Originale e vario il programma: si apre con la Sonata n. 4 per violino e pianoforte op. 39 di Mieczysław Weinberg, per continuare con Middelheim versione per trio con pianoforte di Giya Kancheli e concludersi con il Trio n. 2 in mi bemolle maggiore op. 100 D. 929 di Franz Schubert.

Gidon Kremer s’innamorò del suo strumento quando aveva 4 anni. Oggi non ha nessuna intenzione di mettere da parte il suo favoloso Nicola Amati del 1641. Recentemente ha compiuto 75 anni e li ha celebrati con la pubblicazione dell’album dedicato a Mieczyslaw Weinberg, ‘Sonatas For Violin Solo’, realizzato per la nicchia New Series dell’etichetta di Manfred Eicher. Kremer ha già dedicato diverse registrazioni all’opera di questo prolifico compositore sovietico di origine polacca, capace con le sue opere di sfruttare le risorse tecniche ed espressive del violino. La Sonata n. 4 per violino e pianoforte op. 39, uno dei suoi lavori più significativi, denota padronanza espressiva, personalità carismatica e capacità di reinterpretare alcuni stilemi con grande originalità.

Musicista originale, Kremer passa poi all’accorato ‘Middelheim’ di Giya Kancheli. Oltre alla musica per film e teatro, il compositore georgiano ha scritto sette sinfonie e molta musica da camera. Un’opera molto ‘personale’ è il suo trio per pianoforte ‘Middelheim’. Colpito da una grave patologia cardiaca, l’aveva scritta dopo una drammatica rianimazione nell’inverno del 2016 e l’aveva dedicata ai suoi medici dell’ospedale Middelheim di Anversa.

Gran finale con il fantastico Trio n. 2 in mi bemolle maggiore op. 100 D. 929. Lo stile melodico, le cadute armoniche e la tensione esistenziale, rimandano a ‘Winterreis’ che Schubert stava componendo quando, nel 1827, scrisse questo trio. Uno stile così confessionale non era scontato. Dieci anni dopo, Robert Schumann ha ricordato che il trio di Schubert ha ignorato ‘l’attività musicale’ dell’epoca, ‘come un fenomeno rabbioso dal cielo’. Per lui il trio di mi bemolle maggiore si distingue come la composizione ‘più particolare’ di Schubert, un capolavoro della musica da camera romantica.

Guida all’ascolto ore 20,30; inizio concerto ore 21 www.chigiana.org

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