Sequestrati dalla Guardia di Finanza beni per 5 milioni di euro, considerati riconducibili a un imprenditore pratese di 47 anni, ritenuto vicino al clan camorristico dei Terracciano. I sigilli sono scattati per quote societarie, contanti, conti correnti, e anche per due locali di Prato, il ‘Gian Burrasca’ e il ‘ristorante pizzeria Sporting Club’. Il sequestro è stato disposto dal Gip di Firenze Fabio Frangini su richiesta della procura distrettuale antimafia, nell’ambito di un’inchiesta per i reati di fittizia intestazione di beni e trasferimento fraudolento di valori. Nell’inchiesta della Dda risultano indagate 9 persone. Tra queste anche il 47enne, già indagato in passato in un’inchiesta che aveva portato al sequestro dei ristoranti riferiti ai marchi di ristorazione ‘Don Chisciotte’ e ‘Sancho Panza’, ritenuti sproporzionati rispetto al suo reddito.

Teste di legno per eludere i controlli Secondo quanto accertato dalle Fiamme Gialle, l’uomo avrebbe continuato a gestire di fatto attività di ristorazione – tra cui i due ristoranti sequestrati questa mattina – , attraverso dei prestanome, parenti ed ex dipendenti delle pizzerie ‘Don Chisciotte’, eludendo in questo modo le disposizioni di legge in materia di prevenzione patrimoniale. Grazie a delle teste di legno avrebbe inoltre continuato a occuparsi della gestione degli affari del gruppo ‘Don Chisciotte’. Secondo quanto spiegato dalla Guardia di Finanza, i due ristoranti sequestrati sono stati affidati a un amministratore giudiziario in modo da garantire il proseguimento dell’attività, in attesa dei provvedimenti definitivi che saranno assunti dall’autorità giudiziaria.

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