FIRENZE – “Ribadisco la mia posizione: il fatto che i Cpr, finché non si chiarisce la natura del loro ruolo, sono qualcosa che una regione come la Toscana non può avere”.

Eugenio Giani non cambia posizione. “I Cpr sono luoghi in cui si detiene delle persone per degli illeciti amministrativi e il fatto di mettere insieme tutta questa gente diventa richiamo per la criminalità organizzata”, ha aggiunto il presidente regionale. “Sappiamo che si tengono le persone in un sostanziale stato detentivo. Ma c’è qualcuno che è responsabile di reati, e allora è bene che vada in carcere, e altri che sono in una condizione di illegittimità”.

In definitiva, ha sottolineato Giani, “il Cpr in Toscana diventa un elemento di richiamo di pratiche di illegalità, tanto più vedendo gli ultimi provvedimenti in cui si dà la possibilità al singolo di poter pagare con 5mila euro e uscire. Ma allora si dà questa possibilità a persone che si dicono povere e se hanno 5mila euro è perché qualcuno gliele dà. Se qualcuno gliele dà, lascio immaginare chi possa essere”.

E riguardo all’appuntamento sul Cpr fissato per oggi il presidente regionale precisa: “Oggi non c’è nessun tavolo sul Cpr, avevo semplicemente detto che avrei sviluppato un rapporto con i nostri sindaci nel momento in cui il governo ci fa sapere dove ha intenzione di costruire il Cpr in Toscana”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Dario Nardella. “I Cpr sono strumenti che non portano alcuni tipo di risultato – ha evidenziato il sindaco di Firenze -, anzi in alcuni casi peggiorano la situazione perché in questo modo si accumula la presenza di immigrati che poi potenzialmente si trasformano in irregolari quando non gli riconosci l’asilo in Italia. In questo modo il problema non solo viene rimandato ma viene, di fatto, aumentato”.

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