VOLTERRA – Imparare a potare gli olivi e a partecipare alla raccolta delle olive, ma anche a curare i vigneti e a dare il proprio contributo alla vendemmia.

Il primo step del progetto “Olivocultura Sociale”, promosso da Confagricoltura Toscana, è rivolto a dodici persone, selezionate dalla Cooperativa La Torre e da altre cooperative sociali che si occupano di disabilità, dal Serd (Servizio Dipendenze) della Usl e dall’amministrazione carceraria di Volterra, che in due anni seguiranno corsi di formazione tecnico-pratica per essere poi inserite in due aziende agricole della zona di Peccioli: la Banti Ruffo e la Fattoria di Monti.

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Il progetto coinvolge anche l’Associazione di Produttori Olivicoli Toscani APOT (capofila del progetto), la Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra. Il convegno iniziale di presentazione del progetto che si avvale di finanziamenti europei del piano di sviluppo rurale (Bando PSR Toscana 2014-2020 – Reg (UE) 1305/2013 – Misura 16.9 – Annualità 2018 – Diversificazione attività agricole in attività riguardanti l’assistenza sanitaria, l’integrazione sociale, l’agricoltura sostenuta dalla comunità), si è svolto sabato 27 novembre al Centro Studi Santa Maria Maddalena di Volterra.

All’evento ha partecipato il sindaco di Volterra Giacomo Santi che si è reso disponibile a dare il patrocinio al progetto, la responsabile per l’Agricoltura Sociale di Confagricoltura Pina Romano che ha illustrato il progetto e l’impegno che da anni svolge Confagricoltura nel settore, il Presidente Rete Fattorie Sociali Marco Berardo Di Stefano che ha condiviso la propria esperienza e il proprio impegno nell’agricoltura sociale, il professor Andrea De Dominicis dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” che ha illustrato l’importanza della formazione e gli sviluppi futuri.

Neri: «Dare degli strumenti a persone svantaggiate per aiutarli a raggiungere una propria autonomia»

«Auspichiamo che questo sia solo un primo step di un progetto in cui crediamo. Questa iniziativa ha un interesse sociale perché il primo obiettivo è quello di dare degli strumenti a persone svantaggiate per aiutarli a raggiungere una propria autonomia, a investire sul proprio futuro – spiega il presidente di Confagricoltura Toscana Marco Neri – Pensiamo però anche che questa sia un’opportunità per le aziende agricole alla continua ricerca di manodopera. E’ importante per il mondo agricolo poter contare su personale qualificato che possa essere inserito in azienda e contribuire attivamente alle operazioni manuali in campo».

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