richard-ginori.jpg«Lo Stato sta lavorando affinché dalla prossima estate possa acquisire sia la struttura che l’intera collezione del Museo Richard Ginori di Doccia a Sesto Fiorentino». Lo ha annunciato il Ministro della Cultura, Dario Franceschini, intervenendo ad una colazione di lavoro a Firenze alla presenza, fra gli altri, del vice presidente della regione Toscana Monica Barni, del presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, e del sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi.

Il sindaco di Firenze: «Da Franceschini interesse concreto» «Ho registrato da parte del ministro Franceschini un interesse concreto ad aiutare» il progetto di Doccia per quanto riguarda «l’immobile e la struttura. Ringrazio gli industriali fiorentini e Firenze- ha sottolineato il sindaco di Firenze, Dario Nardella-, che dimostra di avere uno sguardo che va ben oltre i confini comunali e si affaccia su un’altra citta’, Sesto, perche’ la collezione Ginori e’ un punto di orgoglio della storia di Firenze e credo che sia davvero parte di un patrimonio universale e dell’umanità». Secondo il sindaco di Firenze, «stiamo dimostrando di fare un bel lavoro di squadra: imprenditori, il mondo degli antiquari, il ministro, e credo che alla fine arriveremo a un risultato positivo ma questo lo dovremo seguire, coltivare, passo dopo passo a cominciare dall’incontro di oggi».

Confindustria Firenze: «Doccia esempio concreto di un territorio che torna a fare squadra» Confindustria Firenze ha aperto per salvare il Museo Richard Ginori di fund raising. «Doccia è uno dei primi musei industriali italiani – ha sottolineato il presidente di Confindustria Firenze, Luigi Salvadori – Una delle testimonianze piu’ rilevanti della nostra manifattura e uno dei simboli del ‘bello’ e ‘ben fatto’ fiorentino. Ma da oggi Doccia è l’esempio concreto di un territorio che torna a fare squadra. Fare squadra fra imprese. E fare squadra fra le imprese e le nostre istituzioni. Ringrazio a nome di tutti gli imprenditori fiorentini il Ministro Franceschini. Lo ringrazio per la sterzata di concretezza che ha saputo dare al Dicastero dei Beni Culturali. Con lui l’istituzione culturale è diventata finalmente impresa culturale Merito anche degli strumenti fiscali che – finalmente – sono a disposizione del privato che vuole investire in cultura.  Ma lo ringrazio perché senza il suo intervento, il Piano di salvataggio e rilancio del Museo di Doccia non sarebbero stati possibili».

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