Colombani, terzo da sx

FIRENZE – “La banca più antica del mondo non può essere lasciata abbandonata a sé stessa, è ancora un asset del Paese”. Riccardo Colombani ha deciso di alzare le barricate su Mps.

Nel corso di un convegno sulla desertificazione bancaria, organizzato a Firenze, il segretario generale della First-Cisl ha voluto elevare l’attenzione sull’imminente aumento di capitale dell’istituto di credito senese. Un’operazione che secondo il sindacalista deve comprendere determinati soggetti. “Dobbiamo far leva su tutti gli investitori istituzionali affinché il piano industriale e il piano di ricapitalizzazione abbiano successo”, ha sottolineato Colombani, che ha poi rivolto un appello al Mef, perché raccolga “in modo particolare le fondazioni di origine bancaria toscane e non toscane”.

La ricapitalizzazione, secondo il dirigente della First-Cisl, rappresenta quella svolta tanto attesa nei dintorni di piazza Salimbeni: “Crediamo nella possibilità di rilancio fattivo del Monte dei Paschi di Siena, perché la banca è stata ovviamente alleggerita di tutti i crediti deteriorati, e oggi si presenta in condizioni ottimali, solo che deve essere opportunamente ricapitalizzata”.

Colombani ha però lanciato anche un monito contro chi, a suo avviso, è intenzionato ad approfittarsi della situazione. “Non è piacevole assistere a chiari tentativi speculativi sul mercato di deprimere la capitalizzazione di Mps per sabotare l’aumento di capitale”, ha evidenziato, aggiungendo poi che “la Commissione Ue, autorizzando la revisione degli impegni, ha incentivato la fusione con un’altra banca, cui seguirebbero nuovi tagli alle filiali, mentre ha penalizzato l’ipotesi stand alone”.

Un passaggio scaturito dall’accusa rivolta alle autorità europee di voler concentrare il settore bancario in poche mani: “Le prime cinque banche italiane nel 2000 controllavano poco più del 22% del mercato domestico oggi sono vicine al 52%: più delle big francesi (49%) e molto più di quelle tedesche (32%). Questo ha innescato il crollo del numero degli sportelli, scesi alla fine del 2021 a 21mila”.

Dati oggettivi, anche se non si può negare che senza una proroga di Bruxelles, lo Stato si sarebbe dovuto disimpegnare dal capitale. E in più, come dimostra il fallimento della trattativa con Unicredit, la volontà di cedere Mps era evidente, ma non era un’operazione da fare a tutti i costi. Sul fatto poi di aver penalizzato l’ipotesi stand alone, questa è una storia presente e futura. Terminata la fase di aumento, già di per sé impegnativa, si potrà capire meglio come potrà essere scritta.

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