SIENA – ‘Who’s afraid of Baroque?’, Chi ha paura del Barocco? Ovviamente nessuno. In questo XXI secolo risponde, sempre in musica, la stagione Micat in Vertice che, venerdì 25 febbraio al Teatro dei Rozzi presenta la performance, direzione artistica e regia, di Claudio Borgianni musicista e autore di teatro, con Vincenzo Capezzuto danzatore e cantante, e Soqquadro Italiano.

Alla Chigiana arriva una delle formazioni più originali e innovative del classical crossover. Con armonia e originalità, unendo canto, musica, danza, visual art e teatro, superando i confini tradizionali della musica e dei suoi stili, ‘Who’s afraid of Baroque? piace ad un vasto pubblico le cui sensibilità si incrociano e si incontrano.

E come accade in ‘Chi ha paura di Virginia Woolf?’, il celebre film del 1966 diretto da Mike Nichols, che ispira il titolo dello spettacolo, la performance di ‘Soqquadro Italiano’ è un insolito e divertente viaggio, questa volta all’interno del Seicento italiano, alla riscoperta di un secolo che si svela ai nostri sensi in tutta la sua straordinaria e semplice modernità. Sul palco con Vincenzo Capezzuto voce, Simone Vallerotonda tiorba e chitarra barocca, Marco Forti contrabbasso, Gabriele Miracle percussioni.

Un concerto di sentimenti e vibrazioni, con un continuo dialogo tra antico, tra ‘Si salvi chi può’ di Alessandro Stradella, ‘La bella più bella’ di Luigi Rossi, e il contemporaneo ‘/kasa/ di Simone Prando, per poi ascoltare ‘No words’ di Alessandro Piccinini / Claudio Borgianni, e poi gli altri brani. Un gioco sapiente che spazia tra improvvisazione jazz e arte della diminuzione, tra lazzi della Commedia dell’Arte e atmosfere swing. Saldo retroterra culturale, fantasiosa intelligenza creativa, accurata ricerca, raffinatezza, atmosfera artistica di sincera e creatività, magico adattamento, talento e intuito: sono alcuni dei preziosi elementi per una importante operazione di contaminazione.

In Soqquadro Italiano convergono l’intensa fantasia progettuale di Claudio Borgianni, la sua visione creativa e trasversale delle arti, la sua capacità di rielaborazione musicale, e la carismatica personalità artistica di Vincenzo Capezzuto, voce solista dalla tessitura rara e dalla personalità artistica poliedrica. Sfoggia un’emissione che guarda al barocco senza il classico vibrato, si fa apprezzare per un trillo finale ne ‘A la brutta scartellata’ di Fedippo Sgruttendio de Scafato, e per le soavi fioriture della siciliana ‘Scuntenti cori miu’ di Tubiolo Benfare. Soqqadro Italiano si impossessa del repertorio musicale e letterario del Seicento, smembrandolo, deformandolo, ed infine ricomponendolo per poter tracciare i punti di continuità che ci legano a quel mondo. Perfetta la simbiosi con i tre musicisti che in ‘Speranze lusinghiere’ accompagnano un divertente fischiettare, cesellano un languido fraseggio in ‘Occhi belli’ e ritmano il ‘Caprice de chaconne’, sfoggiando un arduo sillabato. Il finale, sempre in bilico tra espressività colta e immediatezza popolare, concede La Canzone del Guarracino con l’addio di Meneghino’: in equilibrio tra passato e presente, nel segno dello stile barocco, riscopre l’originalità e il senso del disordine-ordinato. Inizio concerto alle 21 (www.chigiana.org).

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