IMG-20150923-WA002Colleghi. Così li ha chiamati i 25mila dipendenti di Banca Mps il neopresidente di Rocca Salimbeni Massimo Tononi nel giorno della presentazione alla stampa. Un appellativo che non sfuggirà certo alle orecchie di coloro che, a Siena come ben distante dalle lastre, amano definirsi con orgoglio montepaschini. Quello stesso orgoglio che proprio il successore di Profumo ha riconosciuto pubblicamente di fronte ai giornalisti dopo 3 giorni dal suo insediamento. «Quello che mi ha colpito da subito è come qui dentro ci sia come un’affinità elettiva con il gruppo di cui si fa parte» ha detto Tononi evidenziando la consapevolezza «di un incarico impegnativo» di cui sente «la responsabilità che ne consegue». Parole di circostanza o meno, fa un certo effetto dopo oltre 3 anni di era Profumo, sentire il neo presidente rivolgere il primo pensiero e le prime parole di lode ai «colleghi», o dipendenti che dir si voglia consapevoli che i due termini non risuoneranno con la stessa eco nelle orecchie dei montepaschini.

IMG_20150923_152132Public company e legami con il territorio Mps è a tutti gli effetti una public company ad azionariato diffuso ben differente dalla banca tanto cara ai senesi di qualche anno fa, e questo lo riconosce lo stesso Tononi evidenziando che «le sfide non mancheranno» ma «ci sono tutti i presupposti per guardare con fiducia alle sfide». Ancora musica per le orecchie poi per dipendenti, creditori, politici e rappresentanti istituzionali che hanno innalzato da sempre la bandiera in battaglia per la senesità del Monte dei Paschi. «La banca, qualunque cosa accada – ha risposto Tononi alla domanda specifica -, continuerà a essere radicata in modo molto importante su Siena e in Toscana. E’ la banca dominante in termini di quota di mercato in questa regione, continuerà a esserlo quindi è un rapporto che non cambierà sostanzialmente. Da parte mia c’è il desiderio di essere parte di questo connubio tra la banca e la regione».

Aggregazione via certa Per buona pace, invece, di chi paventa ancora la possibilità che Mps possa camminare con le proprie gambe, Tononi, che la scorsa settimana ha incontrato i rappresentanti della Bce a Francoforte, è stato chiaro: «L’aggregazione è un percorso da perseguire». «Mi spenderò in prima persona, il presidente è per gli azionisti, per la città e per l’eventuale Partner» ha specificato Tononi. Ad oggi non esistono manifestazioni concrete di interesse e «le procedure di aggregazione richiedono tempo»

Crediti deteriorati e Alexandria Gli altri dossier su cui il neopresidente si è già messo al lavoro sono i 45 miliardi di crediti deteriorati che rappresentano quasi un terzo del credito complessivo di banca Mps e la trattativa per chiudere con i giapponesi di Banca Nomura la vicenda Alexandria «Il dialogo anche se difficile va avanti» ha detto il numero uno di Rocca Salimbeni che, senza spingersi sui tempi della trattativa, ha sottolineato: «c’è l’ottimismo della volontà, anche loro hanno interesse a chiudere».

Titolo maglia nera in borsa L’eco delle parole di Tononi non è stata però musica per le orecchie a Piazza Affari. Un vero e proprio scivolone del titolo, maglia nera in borsa, con un calo in chiusura di seduta dell’8,57% a 1,48 euro, dopo un congelamento per eccesso di volatilità.

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